Elementi di introduzione alla Psicologia Clinica

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Ripensare la formazione pratica e teorica alla luce della riforma universitaria sui tirocini

Il decreto n. 654 del 5 luglio 2022 del Ministero dell’Università e della Ricerca disciplina la nuova laurea abilitante alla professione di psicologo e stabilisce un Tirocinio pratico-valutativo durante i percorsi di studio. Dunque, nell’ambito delle attività formative professionalizzanti previste per la classe di laurea magistrale in Psicologia, 20 crediti formativi universitari sono acquisiti con lo svolgimento di un tirocinio pratico-valutativo (TPV) interno ai corsi di studio.

Il TPV si sostanzia in attività pratiche contestualizzate e supervisionate, che prevedono l’osservazione diretta e l’esecuzione di attività finalizzate a un apprendimento specifico e allo sviluppo delle competenze e delle abilità procedurali e relazionali fondamentali per l’esercizio dell’attività professionale. Tali competenze si riferiscono agli atti tipici e riservati, caratterizzanti la professione di psicologo anche ai sensi dell’articolo 1 della legge 18 febbraio 1989, n. 56, e comprendono l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione, di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità, nonché le attività di sperimentazione, ricerca e didattica. Le specifiche attività del TPV sono definite all’interno degli ordinamenti didattici, considerando anche l’area specialistica delle attività psicologiche a cui la laurea magistrale si riferisce.

Tutto questo implica una modalità nuova per il Docente di pensare la formazione degli Studenti. Il cambiamento principale sarà quello di strutturare situazioni di apprendimento più pratiche, più cliniche, più esperienziali, in assenza per il momento di ambulatori o strutture che offrano la possibilità di incontrare realmente casi clinici (cosa che si spera accadrà in seguito).

Oltre a pensare e organizzare queste nuove modalità di attività di formazione, bisogna pensare anche a testi teorici che si aggancino con maggiore praticità e incisività al lavoro clinico che il laureato magistrale si troverà ad affrontare. Dei testi, cioè, che aiutino lo studente a superare il gap e la difficoltà che prova sempre nel coniugare la teoria dei libri con la pratica clinica reale.

Un modo utile è quello di mostrare alcuni funzionamenti mentali tipici e strutturanti di determinate psicopatologie e di illustrare chiaramente come questi tipi di funzionamenti determinino il mantenimento del disturbo. Questa modalità di lettura teorica, favorisce la comprensione del paziente, del senso dei suoi sintomi e soprattutto una capacità di intervento adeguato e coerente. Questo ovviamente all’interno della distinzione fra la professionalità del laureato magistrale e la professionalità e l’intervento psicoterapeutico specifico dello specializzato.

Gli articoli che presentiamo in questo “pacchetto” ci sembrano illustrare bene e chiaramente – in alcuni disturbi – sia il tipo di funzionamento psicopatologico, sia il metodo che vorremmo proporre di passaggio da una teoria della psicopatologa alla sua applicazione e ricaduta pratica, nell’intervento.

La selezione è stata operata su criteri di chiarezza espositiva degli articoli e di relativa facilità di lettura e comprensione, senza necessità di complessi o troppo specialistici prerequisiti teorico-clinici.

La popolazione target a cui si è pensato sono proprio gli studenti magistrali – da cui la premessa all’inizio – alle prese con i loro Tirocini pratici, ma sicuramente la lettura sarà utile anche a specializzandi che vogliano avere quadri clinici chiari rispetto ai quali organizzare un intervento.

Buona lettura.
Prof. Giorgio Caviglia
Prof. Ord. Psicologia Clinica e Dinamica
Dip. Psicologia Univ. della Campan

 

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