La Fobia Sociale è un disturbo d’ansia caratterizzato da ansia significativa indotta dall’esposizione a determinate situazioni interpersonali o di prestazione in pubblico, nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri.
1. Descrizione
La caratteristica principale è la paura di essere criticati dagli altri durante azioni o compiti di vario genere, soggetti alla valutazione di altre persone.
“Un giorno la professoressa di lettere mi ha chiesto di leggere in classe a voce alta un brano, come spesso accade. Ho iniziato a leggere ma all’improvviso è come se non riuscissi più a respirare e mi sono bloccato, sentivo il battito accelerato, diventavo rosso, iniziavo a sudare e a sentirmi goffo. Da quel momento in poi ho iniziato ad avere timore delle situazioni in cui c’era la possibilità di leggere di fronte ad un pubblico per timore di ripetere la stessa figuraccia. Continuo la mia vita senza espormi troppo, evitando le situazioni pericolose.”
Due aspetti cruciali alla base di questo timore sono il forte desiderio di dare una buona impressione agli altri e contemporaneamente una forte incertezza rispetto al raggiungimento di questo scopo.
Gli esseri umani sono animali sociali e la loro capacità di interagire piacevolmente con altri individui è di grande rilevanza in molte funzioni importanti dell’esistenza, comprese la famiglia, la formazione, il lavoro, lo svago, il corteggiamento e i rapporti sentimentali.
Anche se una certa agitazione ed apprensione in situazioni sociali è del tutto comune, le persone con fobia sociale presentano così tanta ansia che evitano la maggior parte delle situazioni sociali o vi si espongono con grande sofferenza.
Alcune forme di fobia sociale sono legate a specifiche situazioni di prestazione, per cui la persona presenta ansia solo quando deve effettuare un’attività particolare in pubblico. La stessa attività eseguita da solo non produce disagio.
Un tipo più grave di Fobia Sociale è caratterizzato da ansia estrema nella maggior parte delle situazioni interpersonali o pubbliche.
In entrambe le forme del disturbo, ad ogni modo, l’ansia deriva dall’aspettativa che se le proprie prestazioni risulteranno inadeguate o insoddisfacenti ci si sentirà umiliati e imbarazzati.
Circa il 13% della popolazione generale ha un episodio di Fobia Sociale nella propria vita. Gli uomini hanno più probabilità delle donne di sviluppare una forma severa di ansia sociale o un disturbo di personalità evitante (si veda al riguardo la sezione dedicata ai Disturbi di Personalità: Personalità Evitante).
2. Verso una diagnosi
I criteri per fare diagnosi di fobia sociale per il DSM-5 sono i seguenti:
- Paura o ansia marcate relative a situazioni in cui l’individuo è esposto al possibile esame degli altri. Ad esempio, interazioni sociali (per es. avere una conversazione, incontrare persone sconosciute), essere osservati (per es. mentre si mangia o si beve) ed eseguire una prestazione di fronte ad altri (per es. fare un discorso).
- La persona teme che agirà in modo tale o manifesterà sintomi di ansia che saranno valutati negativamente (cioè saranno umilianti o imbarazzanti; porteranno al rifiuto o risulteranno offensivi per altri)
- Le situazioni sociali temute provocano paura o ansia, sono evitate o sopportate con paura o ansia intensa
- La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto alla reale minaccia della situazione e sono persistenti (6 mesi o più) e causano disagio clinicamente significativo del funzionamento sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
- La paura, l’ansia e gli evitamenti non sono attribuibili agli effetti di sostanze o ad altre condizioni mediche.
I sintomi sperimentati sono quelli dell’ansia e soprattutto quelle della vergogna:
- Aumento del battito cardiaco
- Rossore del volto
- Eccessiva sudorazione
- Secchezza delle fauci
- Difficoltà a deglutire
- Contrazioni muscolari
- Tremori
- Malessere gastrointestinale
3. Come si manifesta
Le persone con Fobia Sociale presentano allarme e disagio in situazioni le più disparate:
- parlare in pubblico
- effettuare delle attività sotto lo sguardo altrui (per es. leggere in chiesa o suonare uno strumento musicale; mangiare insieme ad altre persone; firmare un documento davanti a degli osservatori)
- utilizzare un bagno pubblico
- conoscere nuove persone
- esprimere la propria opinione in gruppo
- prendere la parola in una riunione
In queste situazioni (vissute e/o immaginate) si attivano una serie di timori, sperimentano sintomi (VEDI NELLA SEZIONE SINTOMI) e si ha la tendenza a mettere in atto comportamenti allo scopo minimizzare o eliminare il disagio sperimentato.
Le preoccupazioni che le persone con fobia sociale sperimentano fanno riferimento al temere che:
- le loro prestazioni o azioni appariranno agli occhi degli altri inadeguate e/o ridicole.
- la loro ansia sarà evidente per il fatto che gli potrebbe capitare di sudare, arrossire, vomitare a causa della tensione, tremare o parlare con voce flebile e incerta e che tutti si accorgeranno di ciò e li osserveranno e giudicheranno.
- potrebbero perdere il filo del discorso e non ricordare più nulla di ciò che avevano da dire o che non riusciranno a trovare le parole per esprimersi.
- potrebbero apparire come una persona debole di carattere, eccessivamente dipendente dal giudizio degli altri, disposta alla sottomissione;
La persona si impegna sistematicamente ad evitare le brutte figure (non dare segni di vergogna).
I comportamenti maggiormente messi in atto, in modo più o meno marcato sono:
- l’evitamento di situazioni, comportamenti, luoghi, contesti, persone che possono elicitare le situazioni temute.
- tentativi di minimizzare e/o nascondere il proprio disagio e la propria ansia (comportamenti protettivi), al fine di non apparire inadeguati (riuscendoci peraltro spesso solo parzialmente o per niente).
4. Le conseguenze del disturbo
La Fobia Sociale comporta ansia e disagio stabili.
In particolare un’ansia anticipatoria elevata nel caso ci sia un evento temuto imminente rispetto al quale si teme di fare “una figuraccia” (esami, riunioni importante, appuntamenti, ecc.) o forte ansia e disagio nel caso che dalla situazione sia impossibile sottrarsi.
Evitare alcune situazioni temute può dare conseguenze negative in ambito sia lavorativo che sociale.
Inoltre le persone con Fobia Sociale possono avere difficoltà ad instaurare nuove conoscenze sia intime che più superficiali e difficoltà nelle situazioni di gruppo.
Tutto ciò può causare isolamento e conseguente rabbia e depressione secondaria.
5. Le cause
Alcune persone sono timide per temperamento e mostrano propensione alla vergogna molto precocemente da bambini, mentre altre possono vivere le prime esperienze di ansia sociale durante la pubertà.
Spesso i contesti nei quali si vivono le prime esperienze di ansia sociale sono la scuola e altri contesti aggregativi strutturati (ambiente sportivo, oratorio, ecc.) o più informali (gruppo di pari, comitive, ecc.), contesti nei quali ci si sente sottoposti alla valutazione degli adulti significativi e/o dei pari.
A partire quindi dal proprio temperamento, da questi episodi di ansia, dalle “figuracce” vissute, può innescarsi un timore più ampio di varie situazioni sociali e un evitamento progressivo delle situazioni temute, che possono portare poi allo sviluppo di una più strutturata e più o meno generalizzata fobia sociale.
6. Cura e trattamento
I sintomi e il disagio legati alla Fobia Sociale tendono a cronicizzarsi e a persistere nel tempo se non si interviene, inducendo chi ne soffre ad evitare le attività a cui vorrebbero al contrario partecipare. La terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata efficace per la cura di di questo disturbo. La terapia ha come obiettivo principale quello di aiutare il paziente ad accettare un livello maggiore di rischio della brutta figura.
Questo lavoro passa attraverso varie fasi terapeutiche, alcune delle quali riguardano:
- la modificazione delle rappresentazioni dell’individuo
- la modificazione delle credenze patogene,
- gli interventi volti all’accettazione della brutta figura o del rischio di brutta figura
- l’esposizione alle situazioni temute
- l’incremento di abilità sociali
- il training dell’assertività
- la riduzione della vulnerabilità al giudizio negativo degli altri e alla vergogna.
Il fulcro della terapia è rappresentato dall’esposizione graduale e sistematica alle situazioni sociali ansiogene.
Un’esposizione frequente e prolungata, opportunamente predisposta da paziente e terapeuta, permette di affrontare le situazioni temute in modo progressivamente più agevole e soddisfacente. Contemporaneamente a ciò la persona sarà stimolata ed aiutata a riprendere in mano aspetti della vita messi da parte (rapporti sociali, passioni, lavoro, ecc.).
Le terapie farmacologiche con antidepressivi, come anche alcuni farmaci ansiolitici, possono aiutare nella terapia della fobia sociale. Ad ogni modo, solo la terapia farmacologia, senza quella psicoterapica, presenta elevati tassi di ricaduta.
7. Approfondimenti
- La vergogna in psicopatologia – Alessandra Del Rosso, Serena Beber, Fabiola Bianco, Donatella Di Gregorio, Mariella Di Paolo, Annamaria Libera Lauriola, Marta Morbidelli, Cristina Salvatori, Lorenza Silvestri, Barbara Basile.
- Cieri L. (2010). La fobia sociale. In Perdighe C. e Mancini F. (a cura di). Elementi di psicoterapia cognitiva (II ed.). Giovanni Fioriti Editore.
- Orazi – F. Mancini, “La metavergogna: fattore di rischio cognitivo? Un’analisi dei bias cognitivi nella fobia sociale”, agli atti del XIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC), ottobre 2006, Napoli.
- Orazi – F. Mancini, “Intervenire sulla metavergogna: il ruolo terapeutico dell’accettazione”, agli Atti del XII Congresso Nazionale della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC), 22-24 ottobre 2004, Verona.
- Procacci M., Popolo R., Marsigli N., Ansia e ritiro sociale, Raffaello Cortina Editore, 2015
- Clark, D.A., Beck, A.T (2010). Cognitive Therapy of Social Phobia (pp 332-387) in Cognitive Therapy of Anxiety Disorders The Guilford Press.
- Wells, A. (1997). Social Phobia (pp167-199), in Cognitive Therapy of Anxiety Disorders. A Practice Manual and Conceptual Guide, Wiley. (Trad. it. Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia. Mc Graw Hill,1997).