I disturbi da comportamento dirompente (DCD), del controllo degli impulsi e della condotta si caratterizzano per le difficoltà nell’autoregolazione e dell’autocontrollo (APA, 2013). Si tratta principalmente di disturbi che esordiscono nel corso dell’infanzia e, se non trattati, presentano un decorso a prognosi sfavorevole. Il disturbo oppositivo provocatorio (DOP), il disturbo della condotta (DC) e il disturbo antisociale di personalità (DAP) ne rappresentano le diagnosi principali. A queste condizioni psicopatologiche, c’è da aggiungere il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (DDAI), una sindrome inserita nei disturbi del neurosviluppo, ma che presenta sintomi come l’impulsività e l’iperattività, che consentono di includerla a pieno titolo nell’ampio cluster dei disturbi esternalizzanti.
I bambini o gli adolescenti con DCD presentano disregolazione della rabbia, con manifestazioni di discontrollo che variano per intensità, pervasività, durata e frequenza. Le percentuali di prevalenza nel mondo fotografano un fenomeno preoccupante, con una prevalenza del 5,7% per qualsiasi disturbo dirompente, del 3,6% per il disturbo oppositivo provocatorio e del 2,1 % per il disturbo di condotta (Karwatowska et al., 2020). Si tratta di condizioni che negli ultimi anni hanno conosciuto un sensibile aumento e che comportano costi economici e sociali. In questo senso, i comportamenti dirompenti rappresentano una crescente preoccupazione per la salute pubblica, rendendo sempre più importante la comprensione di quali fattori possono influenzarne lo sviluppo.
Il disturbo oppositivo provocatorio
Si caratterizza per la presenza di umore collerico, comportamenti polemici o provocatori e condotte vendicative:
- Pattern ricorrenti di comportamenti ostili, sprezzanti e negativistici.
- Rabbia, comportamenti vendicativi, problemi nel controllo degli impulsi.
- Condotte dirette, in particolar modo, a chi è riconosciuto come autorità.
- Scarsa compliance alle richieste che provengono dal caregiver, con un’oppositività che va da forme più attive a forme passive di indisponibilità.
- L’esordio è comunemente osservabile nella tarda età prescolare o nei primi anni di scuola
Tra le caratteristiche cliniche non sono inclusi i pattern antisociali caratterizzati dalla violazione dei diritti degli altri o dalla inosservanza delle regole, centrali nel DC e nel DAP, anche se è possibile osservare comportamenti propri di configurazioni più gravi, come aggredire o dire bugie. Inoltre, i comportamenti descritti non sono quelli tipici di alcune fasi dello sviluppo, come i comportamenti coercitivi osservabili a 2/3 anni di età o in preadolescenza, ma rappresentano un comportamento molto più problematico rispetto all’oppositività normativa.
Il disturbo della condotta
Rappresenta una condizione psichiatrica importante, che può comportare aggressività, essere correlata a condotte criminali e associata a una serie di altri problemi sociali, emotivi e accademici. Il disturbo si presenta con persistenti e ripetitivi comportamenti di violazione dei diritti degli altri o di violazione delle principali norme appropriate all’età:
- Aggressione a persone e animali
- Distruzione della proprietà
- Frode e furto
- Gravi violazioni di regole (ad es., trascorrere le notti lontano da casa, marinare la scuola, ecc.).
La terapia cognitivo comportamentale è l’intervento d’elezione per il trattamento dei DCD.
Gli interventi più efficaci vengono somministrati in formato multimodale e di gruppo, si basano sul training per lo sviluppo di abilità cognitive e sociali, prevedono la realizzazione di programmi di parent training, oltre che il coinvolgimento della scuola. I programmi di prevenzione e intervento prevedono interventi finalizzati allo sviluppo di consapevolezza delle emozioni, di capacità problem solving, assunzione della prospettiva dell’altro e gestione della rabbia.
Uno dei programmi più diffuso al mondo è il Coping Power Program di Lochman, esempio di intervento multimodale altamente strutturato, basato sull’evidenza, che prevede l’attivazione in parallelo di due gruppi, bambini (32 sessioni) e genitori (16 sessioni). Il Coping Power è un intervento di prevenzione indicato e progettato per interrompere le traiettorie di sviluppo verso esiti antisociali, adatto a una popolazione clinica che presenta un insieme di fattori di rischio.
Questi fattori di rischio includono:
- mancanza di competenze sociali e incapacità di andare d’accordo con altri bambini,
- deficit di autoregolazione, autocontrollo e controllo degli impulsi,
- indebolimento dei legami sociali con la scuola e il mondo accademico, fino all’abbandono
- problemi nella relazione genitore-figlio, una relazione caratterizzata da disciplina incoerente, mancanza di calore e scarso coinvolgimento.
Gli interventi di Coping Power su bambini e genitori sono diretti a migliorare ciascuna di queste aree.
Programma Bambini |
• Presentazione struttura del gruppo, introduzione sistema traguardi. |
• Organizzazione abilità di studio. |
• Consapevolezza delle emozioni e dell’attivazione fisiologica della rabbia. |
• Fronteggiare la rabbia, acquisire autocontrollo. |
• Rilassamento e autocontrollo. |
• Cambiare punto di vista. |
• Problem solving |
Programma Genitori |
• Introduzione e spiegazione generale del programma. |
• Supporto nei compiti a casa. |
• Introduzione analisi funzionale. |
• Rinforzi positivi, punizioni e ignorare I comportamenti mediamente meno gravi. |
• Dare istruzioni efficaci. |
• Definire regole e aspettative (ambiente coerente). |
• Costruire la coesione familiare. |
L’equipe
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Responsabile del servizio Carlo Buonanno: Psicologo e Psicoterapeuta, didatta e docente delle Scuole di psicoterapia Cognitiva della rete APC e SPC. Socio Didatta della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC) |
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Responsabile del servizio Giuseppe Grossi: Psicologo e Psicoterapeuta, Socio Corrispondente della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC), membro dell’Equipe Età Evolutiva APC-SPC |
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Franca Carzedda: Psicologo e Psicoterapeuta, Socio Corrispondente della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC), membro dell’Equipe Età Evolutiva APC-SPC |
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Enrico Iuliano: Psicologo e Psicoterapeuta, Socio Corrispondente della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC). |
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Federica Russo: Psicologo e Psicoterapeuta, Socio Corrispondente della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC), membro dell’Equipe Età Evolutiva APC-SPC |
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Francesca Strappini: Psicologa e Psicoterapeuta, Dottore di Ricerca in Neuroscienze Cognitive, Socio Corrispondente della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC) |
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Caterina Villirillo: Psicologo e Psicoterapeuta, Socio Corrispondente della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC), membro dell’Equipe Età Evolutiva APC-SPC |