Imparare come gestire la rabbia, che è una delle emozioni base dell’uomo, è fondamentale anche se dobbiamo ricordarci che, entro un certo livello, la rabbia ha una funzione fisiologica e segnala un ostacolo verso un obiettivo importante.
Anche le tipologie di reazione alla rabbia sono tante e diverse, alcuni la interiorizzano, tenendosi dentro ogni rancore, altri cercano di non pensare all’oggetto della rabbia e altri ancora la sfogano con parole o comportamenti molto spesso inadatti alla situazione in cui si trovano. Infine ci sono gruppi di soggetti che stanno male per il fatto di pensare costantemente alla situazione o alla persona che genera ira, mantenendo sempre viva questa emozione.
Eppure, come confermano studi e ricerche, lo sfogo d’ira non aiuta a migliorare la situazione, anzi crea incomprensioni e ferisce la persona che abbiamo davanti.
La rabbia: un campanello d’allarme da gestire
A chi si chiede come gestire la rabbia, vogliamo ricordare che, come abbiamo detto, nella maggior parte dei casi è un campanello d’allarme fondamentale per la nostra sopravvivenza, che si attiva in caso di minaccia e ci spinge ad attaccare chi ci attacca.
Bisogna, invece, imparare a gestire la rabbia quando questa diventa un malessere cronico e perde il suo ruolo di liberazione occasionale, dovuta a stress o eccessiva emotività. Dare libero sfogo alla rabbia porta a ipertensione, gastrite e altre conseguenze fisiche dirette, ma soprattutto a gravi disagi relazionali. Che fare allora?
Consigli pratici su come gestire la rabbia
A chi si sente nervoso e irritato i nostri terapeuti consigliano di allentare la tensione con attività fisica, come andare in palestra, fare sport o anche soltanto fare il tifo per la squadra del cuore. Se, invece, ci si sente legati o costretti in una situazione indesiderata è perfetto un massaggio rilassante, con l’accompagnamento di musica soft o delle essenze dell’aromaterapia.
Quando, tuttavia, si tratta di un malessere cronico e ormai consolidato è necessario l’intervento della psicoterapia cognitiva, dato che i rimedi naturali, la meditazione o lo yoga non sono più sufficienti a modificare abitudini e comportamenti errati.
Risolvere uno stato di rabbia momentaneo o cronico significa, indipendentemente dal metodo adottato che varia da persona a persona, capire il valore e il significato che si dà alle diverse situazioni della vita, cosa fa arrabbiare e come ci si sente quando il nostro Io o qualcosa in cui crediamo viene messo in discussione.
Pochi sanno, infatti, che la rabbia è causata dalla rigidità della personalità, una rigidità che impedisce un rapporto sano e funzionale con il mondo.
Perché la rabbia fa male
Non saper gestire la rabbia significa fare male e rovinare i rapporti con chi ci circonda, ma anche e soprattutto danneggiare sé stessi. In particolare è stato dimostrato che una situazione di rabbia costante porta a contratture muscolari, problemi digestivi, insonnia, emicrania ma anche ulcera o calcoli e problemi agli occhi, ad esempio congiuntiviti e fotofobia.
Pertanto, imparare la gestione della rabbia permetterà alla persona di salvaguardare cuore, stomaco e fegato. E a livello psicologico? In questo caso le conseguenze più gravi si hanno sul piano sociale e relazionale, dato che la rabbia è stigmatizzata dalla società come uno dei comportamenti meno accettabili e chi la prova rischia, pertanto, isolamento e depressione.
Trascorrere qualche ora in uno stato d’animo negativo o provare collera per qualcuno è normale, se però il disturbo si cronicizza fino a diventare l’emozione dominante dell’esistenza il consiglio è rivolgersi a un terapeuta.
Assieme a lui sarà possibile scoprire perché si prova rabbia e imparare come gestirla, vivendo in modo più sereno tutte le situazioni della vita quotidiana, così come imprevisti e ostacoli che tutti prima o poi dobbiamo affrontare.