Alfonso è un uomo di 67 anni.
È sempre stato descritto come una persona molto disponibile e dinamica. Circa un anno fa, ha avuto un infarto. Tale evento è capitato mentre era a casa con la moglie. Alfonso riporta che da quel giorno ha costantemente paura di avere un altro attacco di cuore, anche se è stato rassicurato dal suo cardiologo rispetto alla positività della prognosi e all’efficacia della terapia che sta assumendo.
Da li in poi Alfonso ha cominciato ad avere degli elevati livelli di ansia ogni volta che era solo o che era impegnato in un’attività in cui ha la responsabilità di altre persone. Ad esempio, non va più a prendere il nipotino all’uscita da scuola con la macchina, oppure non lo accompagna più a scuola calcio, in quanto teme che possa avere un infarto mentre guida e che sarebbe poi responsabile di un incidente in cui il nipotino possa farsi male. Per proteggersi da questa paura limita al massimo i suoi spostamenti, se deve muoversi lo fa solo in compagnia di un adulto. Limita molto anche il tempo in cui sta solo e se può lo evita del tutto. Evita di fare attività fisica di ogni tipo e se passa molto tempo senza sentire la moglie o i figli li chiama per sentire se stanno bene perché riporta di essere preoccupato che qualcosa di brutto possa accadergli. Da un po’ di tempo a queste telefonate di controllo, Alfonso racconta che, i propri cari rispondono in modo arrabbiato o a volta sarcastico e per questo si sente incompreso e maggiormente solo nella sua sventura.
