L’incredibile romanzo di esordio di Lisa Thomposon
Il libro, scritto da Lisa Thomposon, ed edito in Italia da DEA, narra la storia di Matthew Corbin, dodicenne inglese alle prese con le vicende di una vita “normalmente” difficile spesa tra famiglia, scuola, amicizie e qualche disavventura, con la compagnia costante del Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Il libro descrive molto bene, e in chiave romanzata, le problematiche che si incontrano quando si è affetti da un Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) la cui prevalenza si aggira intorno al 2-2,5% della popolazione e che nelle sue espressioni più gravi può arrivare a compromettere il funzionamento della persona che ne è affetta in tutte le aree di vita:
- personale
- sociale
- affettivo
- relazionale
- scolastica
- lavorativa
L’abile scrittura dell’autrice inglese e la competenza del team di consulenti clinici, che l’hanno supportata, permettono al lettore di seguire la storia di Matthew seguendo due differenti percorsi che si intrecciano costantemente: l’evoluzione del disturbo e il verificarsi di una strana sparizione.
Il romanzo, infatti, racconta di un giallo da risolvere, un rapimento nello specifico, a cui nessuno sembra aver assistito se non il protagonista, mentre è impegnato nella sua battaglia quotidiana contro il DOC.
Non manca proprio nulla, gli elementi per una storia avvincente ed istruttiva ci sono tutti. Sebbene la traccia principale sia quella della risoluzione di un caso ingarbugliato, il romanzo offre una preziosa occasione per i lettori, che siano ragazzi o adulti, di venire a contatto con molti elementi clinici del Disturbo Ossessivo Compulsivo; infatti sia chi ne soffre direttamente sia chi indirettamente, non potrà non riconoscersi nelle difficoltà e nella sofferenza psicologica di Matthew e della sua famiglia.
Nel corso della lettura è possibile rintracciare facilmente elementi caratteristici del DOC ad esempio temi come il timore di colpa per irresponsabilità, la sensazione che le cose non stiano così come dovrebbero stare (fenomeno più comunemente chiamato, in ambito clinico, Not Just Right Experience-NJRE) e il pensiero magico, a cui si accompagnano sintomi come evitamenti, comportamenti protettivi, rituali mentali di neutralizzazione, così come anche rituali di controllo e di lavaggio costanti, accurati e ripetitivi.
Allo stesso modo sono riconoscibili anche molti cicli interpersonali che generalmente si innescano tra chi ha il DOC e chi quotidianamente gli vive accanto; cicli che spesso accrescono l’impatto negativo che il disturbo ha sulla vita di tutta la famiglia e che inaspriscono i rapporti, accrescono i vissuti emotivi di rabbia, tristezza e senso di colpa con ricadute altamente controproducenti sulla sintomatologia e sui processi di cronicizzazione del disturbo.
Inoltre, la lettura di questa storia può offrire, soprattutto ad un occhio clinicamente più esperto, la possibilità di ricostruire l’intera formulazione del caso partendo dalla descrizione del problema, passando successivamente al profilo interno del disturbo, chiaro ed esaustivo in tutte le sue dinamiche di funzionamento, per poi arrivare alla vulnerabilità storica ed attuale, avendo anche la “fortuna” di incontrare, ben descritti, molti fattori e processi di mantenimento della problematica ossessiva e compulsiva insieme a diversi episodi riconducibili ai periodi di scompenso, esordio ed aggravamento del DOC.
In conclusione, come ogni buon giallo che si rispetti, emerge il colpevole più inaspettato e, allo stesso modo, come ogni utile storia educativa sul finale non possono venire a mancare gli spunti necessari per trarre un insegnamento da applicare nella quotidianità.
Il nostro, ormai affezionatissimo, Matthew, infatti, darà prova di profondo coraggio trovandosi di fronte ad importanti scelte da fare alle quali, nonostante gli alti costi da pagare, non si sottrarrà anche grazie al valido aiuto di una persona esperta che lo guiderà ed esporsi, un passo dopo l’altro, ai propri timori.
Articolo a cura della Dott.ssa Giordana Ercolani